Infezioni virali e batteriche
Cimurro
E’ causato da un virus a cui il furetto è estremamente sensibile. Questo virus è praticamente sempre fatale per l’animale. Il cimurro si trasmette sia per via diretta che indiretta, ha un periodo di incubazione di 7-10 giorni, che in alcuni ceppi arriva anche a tre settimane. I primi sintomi sono congiuntivite, scolo nasale e oculare mucoso, mancanza di appetito e talvolta feci nerastre per la presenza di sangue digerito. In seguito insorge febbre e lesioni cutanee: eritema, ispessimento e croste della cute del mento e dell’inguine e dei cuscinetti plantari. Se si supera questa fase, insorgono lesioni cerebrali che portano a morte. Non esistono terapie efficaci: una volta che si è certi della diagnosi, si consiglia l’eutanasia. Esiste invece un’efficace prevenzione: la vaccinazione contro il cimurro, che prevede una prima iniezione a 6-8 settimane d’età e uno o due richiami entro un mese l’uno dall’altro, secondo la profilassi del proprio veterinario; successivamente andrà ripetuto il richiamo una volta l’anno.
Rambo, furetto recuperato in stadio terminale di cimurro e accudito da nowsica |
Influenza
I furetti sono sensibili a diversi virus influenzali, tra cui anche l’influenza umana di tipo A e B. Possono contrarre l’influenza da persone o altri furetti e possono a loro volta trasmetterla. Il periodo di incubazione del virus va da qualche giorno ad una settimana circa, e il decorso è simile a quello umano: comparsa di febbre, abbattimento, starnuti, scolo nasale, tosse, diminuzione dell’appetito e talvolta vomito e diarrea. In genere ha decorso benigno, bisogna assicurarsi che il furetto si nutra e non si disidrati, si consiglia di tenerli al caldo e se dopo alcuni giorni non si hanno segni di miglioramento è consigliabile consultare il veterinario.
Rabbia
E’ causata da un rhabdovirus che provoca una malattia letale nei mammiferi, uomo compreso. Si presume che il furetto sia suscettibile al virus e in grado di trasmettere la malattia, ma in Italia gli ultimi casi di rabbia risalgono a circa 10 anni fa, quindi se rimanete in territorio italiano questo vaccino non è necessario. Se fosse necessario, è ad esempio obbligatorio per portare il furetto all’estero, è possibile vaccinare il furetto con un vaccino spento.
Aleutina
E’ causata da un parvovirus che colpisce il visone, ma a cui è suscettibile anche il furetto. La trasmissione avviene per contatto diretto con secreti ed escreti, per contatto indiretto, e anche da madre a figlio. Il periodo di incubazione è variabile, fino anche ad anni, e solo una percentuale dei portatori manifesta la patologia. I segni clinici sono variabili: feci nere, febbre ricorrente, perdita di peso, incontinenza urinaria, tremori, paralisi posteriore. Esiste un test sierologico per individuare il virus, ma non esiste una terapia per la malattia: porterà inevitabilmente a morte l’animale.
Patologie gastroenteriche
Il furetto possiede un apparato digerente piuttosto semplice attraverso il quale il cibo passa a velocità piuttosto elevata. Un transito così veloce porta facilmente l’animale ad eliminare feci più liquide del normale, quindi la diarrea è un’evenienza frequente nel furetto. Si tratta di un sintomo che deve sempre essere preso in considerazione, perché un animale così piccolo si disidrata rapidamente, soprattutto se insieme alla diarrea sopraggiunge anche vomito e/o inappetenza. Le cause di diarrea sono molteplici e vanno da banali enteriti da squilibri microbici a gravi enteropatie croniche fino ad emergenze chirurgiche; spesso inoltre causano sintomi comuni e quindi non specifici (diarrea, anoressia, perdita di peso, disidratazione). La diarrea verde, ad esempio, non è caratteristica di una patologia particolare, ma è causata dalla presenza di pigmenti biliari nel materiale fecale, e indicano quindi un cattivo assorbimento nel transito intestinale.
Per una corretta diagnosi bisogna analizzare la situazione clinica e ricorrere ad una serie di indagini (esame coprologico, colture fecali, radiografie, ecografie, endoscopia ed esecuzione di biopsie gastriche ed intestinali).
Radiografia di un furetto con un’ostruzione intestinale da corpo estraneo, che è stato necessario rimuovere con intervento chirurgico |
Oltre alle patologie provocate da infezioni batteriche e virali, dobbiamo tenere conto anche di gastroenteriti causate da allergie alimentari, diarree provocate dalla somministrazione di alimenti inadatti o manifestatesi in seguito ad eventi stressanti; non meno frequente nel furetto è l’ingestione di corpi estranei e quindi l’ostruzione intestinale, tutte problematiche con sintomi poco specifici e che devono essere prese in considerazione e accertate tempestivamente per una corretta diagnosi.
Per quanto riguarda le patologie infettive, citiamo la gastrite da Helicobacter mustelae, responsabile di una forma di gastrite con ulcerazioni gastriche. Questo batterio è normalmente colonizzatore dello stomaco del furetto, ma causa una forma clinica solo in alcuni soggetti, soprattutto nei giovani. I sintomi sono spesso vaghi e comprendono vomito, diarrea, emissione di feci nerastre (sangue digerito), dolore alla palpazione dello stomaco e digrignamento dei denti. La diagnosi richiede necessariamente l’esecuzione di un’endoscopia o biopsia gastrica e una volta accertata la patologia, si procede con una terapia con somministrazione di antibiotici e antiacidi per periodi prolungati. L’eradicazione del batterio non è facile, e i danni della mucosa possono essere permanenti e impedire la completa risoluzione dei sintomi.
Un’infezione provocata dal coronavirus enterico del furetto (FECV) è l’enterite catarrale epizootica (ECE). Questa ha un tempo di incubazione molto breve (2-3 giorni) ed estremamente contagiosa, generalmente compare dopo l’esposizione a un furetto asintomatico di nuova introduzione. I sintomi comprendono vomito di breve durata, anoressia, letargia, e una diarrea profusa con feci di colore “verde fluorescente” e mucose. In furetti che non sono già debilitati da altre patologie, generalmente il decorso è di 5-7 giorni, sebbene possa persistere per qualche tempo malassorbimento dovuto all’infiammazione intestinale, con emissione di feci giallastre e granulose. La terapia è principalmente di sostegno, per evitare la disidratazione.
Feci verdi a causa di enterite (foto di Lucius) |
Patologie parassitarie
Pulci
I furetti che sono a contatto con cani e gatti non trattati con antiparassitario possono contrarre le pulci. Il furetto potrà manifestare prurito, perdita di pelo e croste dovute al fatto che il furetto si gratta insistentemente. Per prevenire l’infestazione o curarla, esistono si possono usare antiparassitari specifici spot-on, come l’Advocate furetti o lo Strongold.
Acari
I furetti producono normalmente abbondante cerume scuro, per cui solo il controllo del veterinario ci dirà se vi è la presenza di acari, abbastanza comune e che spesso passa inosservata, perché il furetto generalmente non ha prurito. E’ possibile eliminare gli acari con prodotti otologici.
Parassiti intestinali
Poco comuni nei furetti, la parassitosi più importante è la coccidiosi. Essa colpisce principalmente i soggetti giovani e può provocare anche una grave diarrea. Non è molto semplice diagnosticare la presenza di coccidi: si effettuano ripetuti esami delle feci, in quanto non sempre si riesce ad individuare i parassiti in un unico campione.
Filariosi cardiopolmonare
I furetti sono sensibili all’infestazione da parte di Dirofilaria immitis. Come avviene nel cane o nel gatto, le larve infettanti vengono trasmesse dalla puntura delle zanzare e da adulti si localizzano a livello di cuore ed arteria polmonare dove provocano una grave patologia cardiopolmonare. Le femmine adulte rilasciano nel torrente circolatorio le microfilarie. I furetti possono presentare una sintomatologia importante anche in caso di infestazione da parte di un solo adulto, in quanto, a causa della taglia estremamente piccola, si creano facilmente fenomeni di ostruzione del flusso ematico. I sintomi sono letargia, debolezza, anoressia, tosse e versamento pleurico e addominale. La diagnosi può essere fatta tramite radiografie toraciche ed ecocardiografia, e deve essere poi confermata effettuando il test per la ricerca dell’antigene. La terapia volta all’eliminazione dei parassiti adulti consiste nell’utilizzo dello stesso farmaco che si utilizza nella filariosi cardiopolmonare del cane con dosaggi estrapolati da quest’ultima specie, ma la mortalità dopo il trattamento è molto alta. Considerando la pericolosità della malattia e della terapia adulticida classica, risulta evidente che è di vitale importanza evitare che il furetto contragga la malattia. Fortunatamente la profilassi farmacologica attualmente consigliata ha un’ottima efficacia se effettuata con puntualità e regolarità.
La filariosi è endemica in alcune zone quindi occorre informarsi presso la propria Asl se si è in una zona a rischio di infezione. I protocolli di prevenzione prevedono l’utilizzo di vari farmaci, tra i quali il più utilizzato è l’ivermectina, e la profilassi va effettuata per tutta la stagione estiva, fino a un mese dopo la scomparsa delle zanzare, in quanto il farmaco ha effetto retroattivo.
Grave quadro di filariosi cardiopolmonare |
Patologie endocrine e neoplastiche
Si dice che i furetti siano più soggetti a tumore di altri animali, anche se alcune pubblicazioni scientifiche dicono il contrario. E’ vero forse che muoiono più spesso di tumore, ma per diversi motivi che spesso vanno al di là della reale predisposizione (se non per alcune linee di sangue).
Per esempio alcuni sottolineano il fatto che la maggior parte delle statistiche vengono dagli USA, dove la stragrande maggioranza dei furetti proviene da un allevamento che, almeno all’inizio, produceva furetti SOLO come animali da laboratorio, il cui requisito essenziale è la consanguineità (già, è proprio un vantaggio richiesto per l’animale da laboratorio, l’omogeneità genetica, quella che però porta spesso a linee soggette a malattie ereditarie) e poi si è deciso a venderli anche per compagnia, magari selezionando colori strani in poche generazioni e continuando a far leva sulla consanguineità. Ora certo si pone più attenzione a questo problema, anche da parte dei grossi allevatori.
Ma soprattutto, in Italia, pesa l’ignoranza: dei negozianti, dei veterinari, delle persone, che ancora trattano il furetto come un criceto (che anche loro, poveretti, meriterebbero di più, ma nessuno si stupisce se muoiono dopo 2 anni), trascurando la corretta alimentazione, i controlli periodici, gli esami del sangue, lo stile di vita, quindi magari lasciando da parte la diagnosi precoce del tumore, quando ancora si può fare qualcosa..
Iperestrogenismo
Nella furetta l’ovulazione è stimolata dall’accoppiamento, se la furetta non si accoppia il calore dura per tutta la staglione riproduttiva, cioè da marzo ad agosto-settembre. Durante il calore le ovaie continuano a produrre ormoni sessuali che però hanno un grave effetto tossico sul midollo osseo. Per questo motivo, con il passare dei mesi questo si traduce in una grave anemia che colpisce.
Mora, furetta recuperata da Furettomania in grave anemia |
Insulinoma
E’ il tumore alle cellule beta del pancreas, che ha come effetto un’eccessiva produzione d’insulina che determina una diminuzione di glucosio del sangue chiamata ipoglicemia. E’ una patologia riscontrata con più frequenza intorno ai 4-5 anni di età del furetto, e il decorso della malattia può essere diverso da caso a caso. Talvolta compare gradualmente, con periodi d’inattività, episodi di debolezza agli arti posteriori, barcollamenti, e bava alla bocca, altre volte si manifesta da subito con forti tremori e uno stato di collasso, nel quale il furetto non risponde agli stimoli.
Se in presenza di questi sintomi si effettua un prelievo del sangue dopo quattro ore di digiuno e viene riscontrato un livello basso di glucosio, si può diagnosticare l’insulinoma confermando ulteriormente con un’ecografia al pancreas che metta in rilievo i noduli neoplastici o le aree di tessuto alterato.
In casi di crisi ipoglicemiche, è utile strofinare sulla mucosa gengivale sostanze zuccherine come il miele per risolvere l’emergenza. Ma la terapia non va basata sulla somministrazione di zuccheri se non in caso di estrema necessità. Bisogna invece valutare se è possibile rimuovere chirurgicamente i noduli o il tessuto alterato, pianificare una terapia farmacologica che permetta di tenere sotto controllo i livelli di glucosio nel sangue, e gestire con attenzione l’alimentazione: un furetto che soffre di insulinoma va alimentato spesso e con piccoli pasti a base di proteine di alta qualità e una percentuale adeguata di grassi, evitando le sostanze zuccherine.
Iperadrenocorticismo (malattia surrenalica)
Le ghiandole surrenali nel furetto producono una serie di ormoni, tra cui quelli sessuali. Il furetto sterilizzato chirurgicamente va spesso incontro ad un’ingrossamento di queste ghiandole, con conseguente produzione in eccesso di ormoni sessuali che determina i segni clinici, ovvero la perdita di pelo progressiva, che generalmente inizia dalla coda per poi estendersi nel tronco. Con il passare dell’età può formarsi un tumore dapprima benigno, che se trascurato può diventare carcinoma, ovvero maligno.
Le cause di questa malattia sono diverse, sicuramente è correlata alla sterilizzazione chirurgica, soprattutto se effettuata nelle prime settimane di vita come succede in molti allevamenti intensivi, ma è anche possibile ci sia una componente genetica.
I sintomi generalmente compaiono intorno ai 3-4 anni d’età, anche se la perdita di pelo, soprattutto alla coda, non indicano sicuramente la presenza della malattia, perchè spesso compare normalmente in primavera per poi risolversi spontaneamente in autunno. Segnali più significativi sono l’ingrossamento della vulva nella femmina sterilizzata e nel maschio la ricomparsa del comportamento sessuale e un aumento dell’aggressività tipico del maschio intero.
Per la diagnosi si utilizza l’ecografia, che permette di valutare se la ghiandola è aumentata di volume e che aspetto ecografico ha; è bene associare l’ecografia a delle analisi del sangue per valutare i valori di alcuni ormoni.
La terapia migliore è l’asportazione della ghiandola surrenale, un intervento risolutivo ma che può essere molto delicato data la stretta vicinanza con i grossi vasi dell’addome. Nel caso non fosse possibile la chirurgia, o per preparare il furetto all’intervento migliorando le sue condizioni generali, esiste una terapia farmacologica, che determina un rapido miglioramento dei sintomi.
Sappiamo bene che non sterilizzare i furetti non può essere una soluzione valida a questo problema. Però è possibile valutare altre alternative, tra le quali la sterilizzazione chimica con l’applicazione di un impianto che, per il diverso meccanismo di funzionamento, non provoca questa patologia.
Perdita di pelo in un furetto con malattia surrenalica |
Linfoma
Il linfoma è considerato negli USA la terza neoplasia più comune nel furetto. Questa patologia può assumere una varietà di forme cliniche, anche se classicamente sono descritte due forme, una linfoblastica tipica degli animali giovani e una linfocitica tipica degli adulti.
La forma linfoblastica colpisce animali al di sotto dei 2-3 anni di età ed è caratterizzata da un’infiltrazione diffusa di tutti gli organi. I sintomi più comuni sono difficoltà respiratoria provocata da ingrandimento timico ed effusione pleurica. Il decorso è generalmente acuto.
La forma linfocitica compare solitamente in soggetti di età superiore a 3 anni e si presenta in genere con ingrandimento dei linfonodi, che appaiono più densi e asimmetrici. Con la progressione della patologia si ha l’infiltrazione neoplastica degli organi interni. I sintomi più comuni sono letarigia, anoressia, perdita di peso, intermittenti o croniche. Il coinvolgimento dei polmoni provoca difficoltà respiratorie, le forme intestinali possono causare vomito, diarrea ed emissione di feci con segni di maldigestione (di aspetto granuloso).
Il linfoma cutaneo primario è raro nel furetto e si manifesta con alopecia, noduli, pacche, ulcere ed escoriazioni.
Una classificazione utile del linfoma permette di monitorare il progredire della malattia:
– 1° stadio: coinvolgimento di un solo sito (un linfonodo o qualunque altro sito)
– 2° stadio: coinvolgimento di due siti non contingui, dallo stesso lato del diaframma
– 3° stadio: coinvolgimento di più siti linfatici (milza, linfonodi) dallo stesso lato del diaframma
-4° stadio: coinvolgimento di più siti da entrambi i lati del diaframma, compresi siti non linfatici o il midollo osseo.
I sintomi clinici non permettono di identificare la malattia; anche l’aumento dei linfonodi può avere molte cause oltre al linfoma. L’esame citologico può aiutare a formulare una diagnosi, ma i falsi negativi e i fasi positivi sono frequenti. Nei soggetti grassi, il tessuto adiposo perilinfonodale può dare la falsa impressione che i linfonodi siano aumentati di volume. La diagnosi definitiva richiede sempre il ricorso all’esame istologico di un campione bioptico.
Gli esami radiografico ed ecografico inoltre possono evidenziare la presenza di masse e versamenti, motivo per cui eventualmente si precede aspirando liquido o masse nella cavità toracica.
Non sempre la terapia ha successo; la chemioterapia è di difficile realizzazione, altrimenti si può optare per una cura palliativa.
Altre neoplasie: tumori cutanei
Sono relativamente comuni nel furetto, i più frequenti sono i basalioni, i mastocitomi, gli emangiomi e gli adenomi. Sebbene le forme maligne siano rare, in tutti i casi si consiglia l’asportazione e l’esame istologico delle neoplasie.
I mastocitomi si presentano come neoformazioni tondeggianti rialzate; sono generalmente benigni sebbene possano essere multipli o ripresentarsi a distanza di tempo in nuove sedi.
I tumori delle ghiandole apocrine si formano con maggior frequenza a livello di testa, collo, vulva e prepuzio e possono essere sia benigni che maligni.
FONTE:Diagnosi e terapia delle malattie degli animali esotici FONTE: Vet.Marta Avanzi per AAE FONTE: Teresa e Lucius per Ferret’s life FONTE: Furettomania